Il prof. Giuseppe Vacca, Presidente della Fondazione Gramsci, ha chiuso il 21 maggio il ciclo di incontri con le Fondazioni che operano nel settore politico-culturale. Il prof. Vacca ha delineato prima di tutto un quadro generale della storia e delle attività della Fondazione, nata come sezione di lavoro del Comitato Centrale del Pci, per poi soffermarsi su alcuni aspetti dell’opera di Gramsci. Un pensatore che rimane “politico” anche nelle tante pagine da lui dedicate allo studio della letteratura e che sono inscindibili dalla situazione concreta nella quale egli si trovò ad operare, nonché ovviamente dai lunghi anni di prigionia.
Nei Quaderni dal carcere Gramsci ha espresso con chiarezza la sua particolare e per certi versi “eretica” adesione al comunismo: un’adesione piena ma critica, centrata sulla nozione di “egemonia” e su una originale, lungimirante anticipazione del nuovo rapporto fra le classi e fra la società civile e lo stato che avrebbe caratterizzato il ventesimo secolo, fino al passaggio ad un mercato capitalistico globale e al “cosmopolitismo” economico al quale ci siamo abituati. Ed è proprio su questi aspetti di attualità dell’eredità gramsciana che si è quindi concentrato il dibattito con gli studenti, che ha concluso come sempre l’incontro.