La cerimonia del 24 novembre è stata aperta dal Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Benito Benedini, che ha rivolto il suo saluto ai partecipanti all’evento e ha poi illustrato le principali attività del Collegio, i criteri di selezione e le ragioni che hanno ispirato la scelta dei Cavalieri del Lavoro di investire nella formazione di eccellenza.
Il prof. Gian Luigi Tosato, Presidente della Commissione per le attività di formazione della Federazione, ha quindi messo in luce come il nostro Collegio si caratterizzi per l’attenzione ai valori che sono alla base della cultura d’impresa. Il prof. Tosato ha sottolineato anche l’importanza dei programmi di collaborazione con università e altre istituzioni internazionali, che è intenzione della Federazione potenziare nei prossimi anni: la scelta di molti dei nostri giovani di trascorrere almeno un periodo all’estero non va intesa di per sé come un fatto negativo, a condizione che l’Italia sappia dimostrare a sua volta una capacità di “attrazione” dei giovani più meritevoli degli altri paesi.
La prolusione è stata tenuta dal professor Enrico Decleva, Presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e Rettore dell’Università degli Studi di Milano. Dopo aver analizzato le motivazioni di base del decreto Gelmini, il prof. Decleva ha centrato il suo intervento sul percorso storico dell’Università italiana, dal decennio che ha seguito l’Unificazione ad oggi, individuando alcuni punti di svolta cruciali nella definizione dell’attuale sistema. In particolare, ha evidenziato come l’abuso dell’autonomia concessa ai singoli atenei e lo spreco di risorse (proliferazione di sedi distaccate e corsi di laurea) abbiano minato una struttura di base sostanzialmente sana e produttiva. A proposito dell’internazionalizzazione, il Presidente della CRUI ha rimarcato come proprio il fatto che giovani laureati italiani decidano di mettere il loro patrimonio di conoscenze e capacità al servizio di un altro paese dimostri che la nostra Università è ancora in grado di formare personale altamente qualificato, pur non riuscendo poi ad offrire opportunità paragonabili a quelle degli altri paesi. Il pensiero finale è stato ancora per la riforma: un testo certamente perfettibile, ma senza il quale l’Università italiana si troverebbe a dover affrontare problemi ancora maggiori.
La cerimonia si è conclusa con la tradizionale consegna delle medaglie d’oro ai Laureati del Collegio e con la presentazione delle matricole.