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Il sogno di felicità di Nabokov raccontato da Alessandro Piperno.

Alessandro Piperno, scrittore e docente di Letteratura francese presso l’Università “Tor Vergata”, propone una lettura della vita e dell’opera di Vladimir Nabokov.

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Nell’ambito degli incontri serali del Collegio, gli studenti hanno avuto il piacere di avere come ospite Alessandro Piperno, docente di Letteratura francese presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. Vincitore del premio Viareggio e del premio Campiello con il suo romanzo d’esordio Con le peggiori intenzioni, Piperno si è aggiudicato anche il premio Strega 2012 con il libro Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi.

Nella veste di critico letterario più che di scrittore, muovendo dalla biografia dell’ autore russo Vladimir Nabokov, da lui riconosciuto come fonte d’ispirazione, l’ospite ne ha proposto una lettura alternativa. Nabokov trascorre quello che definisce l’Eden della sua infanzia in una famiglia aristocratica della San Pietroburgo tolstoyana. La sua vita lo vede tragico testimone di alcuni tra gli eventi più emblematici del Novecento e dell’ascesa dei totalitarismi europei, che lo spinge a trasferirsi in America.

Piperno ha sottolineato come la drammaticità della vita di Nabokov non si sia ripercossa in maniera evidente nella sua letteratura: il tema della nostalgia retorica scompare qui in favore di una giocosità e leggerezza difficili da riscontrare negli autori a lui contemporanei. Nabokov crede inoltre nell’euforia della forma attraverso la quale insegue il suo sogno di felicità: “scrivere e cacciare farfalle”.

Stimolato dagli interventi degli studenti, l’ospite si è soffermato nel dibattito conclusivo sulla sua esperienza personale relativamente al binomio biografia – produzione letteraria e al ruolo centrale rivestito dall’editore nella stesura di un libro. In conclusione, citando la frase di Nabokov secondo cui scrivere è “comporre un enigma con una soluzione elegante”, Piperno ha voluto sottolineare come un autore non abbia alcun dovere morale nei confronti della storia se non quello di scrivere un buon libro.