"Spesso, anche gli addetti ai lavori trovano difficoltoso spiegare su quali principi si basi il sistema della finanza pubblica in Italia": ha esordito così Mauro Marè, presidente di MEPOF, Sviluppo Mercato dei Fondi Pensione e docente di Scienza delle finanze all’Università della Tuscia di Viterbo, che non ha esitato a raccogliere questa sfida.
Prendendo le mosse dall’analisi della Legge di stabilità, l’ospite non si è limitato a delinearne i capisaldi ma è riuscito ad allargare la prospettiva dell’incontro mettendo in luce le contraddizioni del sistema fiscale italiano. Paradossalmente, l’attuale edificio tributario dell’Italia risulta strutturato in modo tale da alimentare spesso meccanismi recessivi attraverso un’elevata pressione fiscale sui contribuenti e un tax mix caratterizzato dalla prevalenza delle imposte dirette su quelle indirette, in netta controtendenza rispetto alla maggioranza dei paesi europei.
In questo quadro, il relatore ha sottolineato la cruciale importanza di una celere risoluzione dei problemi del sistema finanziario italiano, a partire appunto dal troppo pressante prelievo tributario e dallo squilibrio di un’imposizione fiscale divenuta ormai incapace di assolvere alle originarie funzioni redistributive.
L’andamento poco incoraggiante degli indicatori macroeconomici del paese, a fronte dell’enorme massa del debito, rischia di lasciare all’Italia un’unica strada percorribile per raggiungere il pareggio di bilancio: l’adozione di una difficile misura straordinaria. Su questa possibilità si è concentrato anche l’intervento del Cavaliere del Lavoro Mario Sarcinelli, presente all’incontro e più volte "chiamato in causa" dal prof. Marè sia dalle domande degli studenti.