"Famiglia e impresa, un binomio inscindibile, il cui fragile equilibrio determina parimenti il successo dell’una e dell’altra": così Giuseppina Amarelli decide di concludere il suo intervento, rimarcando e ponendo l’accento sui valori etici che da sempre costituiscono la bandiera dell’azienda di famiglia. Azienda che dà inizio all’attività di estrazione del succo di liquerizia intorno al 1500, coniugando la cura del patrimonio agricolo con un forte impegno civico e culturale. È nel 1731, secondo la tradizione, che viene fondato l’attuale "concio", che nel corso degli anni vede il susseguirsi di numerose innovazioni e trasformazioni.
L’antichissima dimora di famiglia, edificio risalente al 1400, ospita oggi la direzione e gli uffici amministrativi, mentre in un’ala antistante della stessa struttura è ospitato il "Museo della liquirizia Giorgio Amarelli", inaugurato il 21 luglio 2001, ultima spinta innovativa dell’impresa, che ottiene il 17 novembre dello stesso anno il Premio Guggenheim Impresa e Cultura.
Dopo aver ripercorso gli eventi cardine della storia dell’azienda, analizzando gli elementi alla base della sua longevità, la dottoressa Amarelli si è soffermata sull’importanza dell’elemento associativo per la conservazione della tradizione e l’integrazione di sempre nuove innovazioni in un’ottica di sostenibilità ed etica d’impresa. Ha poi rimarcato, prendendo spunto da una delle domande formulate, l’importanza della presenza femminile nei consigli d’amministrazione aziendali, con l’augurio di non rimanere l’unico Cavaliere del Lavoro donna della sua amata regione, la Calabria.