Il 19 marzo gli studenti del Collegio hanno incontrato Paolo Desideri, docente di Progettazione architettonica e urbana presso l’Università di Roma Tre e architetto di fama internazionale.
L’ospite ha iniziato il suo intervento evidenziando i tratti salienti della storia delle costruzioni italiane e affermando che la nostra architettura non è dissociabile dalla nostra ingegneria: la sua risorsa fondamentale non è mai stato il materiale da costruzione, ma l’uso della creatività, che attraverso la forma deve dare soluzione a problemi concreti, piuttosto che aggiungerne altri. La “forma”, in questa prospettiva, assume un preciso significato sociale ed anche etico e questa è l’idea che ha guidato l’attività di Desideri nella progettazione del nuovo auditorium fiorentino e della casa dei bronzi di Riace di Reggio Calabria, oltre che negli interventi a Roma.
È stato quindi presentato il progetto della nuova stazione Tiburtina a Roma, che consente l’arrivo e il passaggio della linea ad alta velocità. Il prof. Desideri ha paragonato l’edificio a un grattacielo adagiato sul terreno. Ogni suo elemento è studiato in funzione del risparmio energetico, ma al contempo viene restituita una giusta monumentalità, spesso disprezzata perché associata all’architettura fascista, ma necessaria per assegnare allo spazio una dimensione collettiva. L’architetto si è poi soffermato sulla difficoltà di progettazione che un’opera di tale grandezza può comportare, nonché sulla imponente e spesso frustrante macchina burocratica con la quale è necessario misurarsi in questi casi, purtroppo con un notevole incremento dei costi e un iter che può durare molti anni.
Il progetto della stazione, che consente una notevole razionalizzazione degli spazi, ha comunque consentito un riassetto dell’area e la conversione urbanistica di alcuni volumi, la cui vendita dovrebbe coprire interamente i costi di costruzione.