Introducendo la conferenza, l’Ambasciatore Accili ha delineato i rapporti diplomatici che intercorrono tra l’Italia e l’Ungheria, coprotagonisti di significative vicende storiche a noi lontane e vicine nel tempo: ad oggi le relazioni permangono molto positive e, nella Weltanschauung magiara, l’“italianità” è un fattore che desta simpatia ed amicizia. Ad un livello più formale, i legami sono di particolare rilevanza anche nella cultura e nell’economia: dal nostro Rinascimento, per esempio, hanno tratto ispirazione diversi grandi artisti ed architetti ungheresi, come testimoniano i numerosi palazzi e tesori artistici di chiara matrice italiana. Per quanto riguarda le relazioni commerciali, sarà sufficiente riportare due dati citati dall’Ambasciatore: a lavorare in Ungheria si trovano oltre ventimila imprese italiane e su un PIL di novantasette miliardi di euro ben quattro sono prodotti da queste ultime. Il cospicuo interesse dei nostri connazionali verso il patrimonio artistico e culturale dello Stato mitteleuropeo, inoltre, è rimarcato dal ragguardevole numero di visitatori annui: circa un milione e mezzo.
Quando si pensa all’Italia, in generale si pensa alla pizza ed all’arte, ma non alla tecnologia, mentre, come ha sottolineato il dott. Monsone, essa è un tratto fondamentale del nostro paese. Il responsabile per l’Ungheria di Selex/Finmeccanica ha quindi raccontato agli studenti la sua straordinaria storia personale, spiegando come, in virtù anche della propria conoscenza della lingua ungherese, egli sia stato in grado di contribuire già giovanissimo a favorire lo sviluppo della presenza di questo colosso industriale in una realtà significativa e nella quale era in precedenza del tutto assente. Difatti, dopo un’attività esplorativa di alcuni mesi, nel giro di sette anni egli è stato capace di superare gli obiettivi prestabiliti e di ottenere un considerevole fatturato. Il successo di Finmeccanica è dovuto non solo all’elevata qualità dei prodotti, ma anche alla vasta gamma di settori in cui il gruppo è presente: dagli elicotteri di Augusta-Westland ai carri armati della Oto Melara, dagli autobus della Breda-Menarinibus ai droni di Selex.
Infine, nell’edificio che fu la prima sede del Parlamento ungherese e che ora ospita l’istituto italiano di cultura, ha preso parola il Segretario di Stato Eniko Gyori, che è stata anche per alcuni anni Ambasciatore in Italia.
In un primo periodo, come testimoniano gli affreschi medioevali, i Magiari erano visti in prevalenza come feroci barbari e saccheggiatori, sinché, nell’anno Mille, Stefano d’Ungheria si convertì e chiese al Papa di essere incoronato Re: in quel momento iniziarono quelle relazioni che, come si è già evidenziato, non hanno mai cessato di esistere. Il canale tra i nostri popoli non si è più chiuso e le vicende di Mattia Corvino, l’illuminato sovrano ungherese incoronato a Napoli, nonché grande estimatore della cultura italiana, ne sono un folgorante esempio. Interrogata dagli studenti del Collegio circa la situazione politica dell’Ungheria, il Segretario ha replicato che, ora, il Parlamento è controllato da un’ampia maggioranza liberale, mentre all’opposizione si trovano i socialisti ed i nazionalisti. In merito alla preoccupante ascesa di questi ultimi, ella ha affermato che sono un fenomeno di importanza relativa e che, nelle imminenti elezioni, non si prevede una loro crescita, nonostante i duri tempi di crisi. Ad una inevitabile domanda sulla politica italiana, l’Ambasciatore Gyori ha risposto che l’Ungheria è rispettosa delle scelte elettorali del nostro popolo e rimane fiduciosa nell’azione dei partiti dell’intero spettro politico.
A conclusione della mattinata, il Collegio ha ripreso il proprio viaggio verso Vienna, dove, il giorno successivo, erano programmati importanti incontri presso la sede delle Nazioni Unite.