Maurizio Marinella rappresenta la terza generazione dell’azienda, fondata nel 1914, il cui nome è sinonimo di una tradizione artigianale e sartoriale unica e di lunga data, oltre che espressione della storia e dell’immagine più bella di Napoli nel mondo.
Nei primi decenni del secolo scorso l’eleganza relativa alla moda maschile era di stampo inglese; per questo Eugenio Marinella volle ricreare un “piccolo angolo di Inghilterra”, dando vita a un’impresa che fu non solo un punto vendita, ma anche e forse soprattutto un luogo di ritrovo cruciale nella Napoli del XX secolo. Non a caso il negozio Marinella venne definito da Matilde Serao su «Il Mattino» una «farmacia di paese», un salotto cittadino dove la gente si incontrava, si confrontava, discuteva delle sorti della propria città. Ma la maison partenopea è nota ormai in una dimensione internazionale per essere un’icona del Made in Italy nella realizzazione di cravatte, foulard, orologi e altri accessori che combinano la raffinatezza con la semplicità.
Il Cavaliere del Lavoro Marinella ha iniziato a respirare l’atmosfera dell’azienda di famiglia sin da bambino, per prenderne poi le redini, apportare innovazioni e mantenerne alto il nome. Le cravatte Marinella hanno vestito personalità importanti del mondo della politica e dello spettacolo, da Cossiga a Totò, da Clinton a Mastroianni. I valori della famiglia, della tradizione, dell’accoglienza e della cortesia sono il credo del marchio Marinella, che ha fronteggiato e continua a fronteggiare con successo anche le difficoltà specifiche di una città tanto bella quanto difficile.
Nel dibattito conclusivo con gli studenti sono state trattate tematiche quali la contrapposizione tra artigianalità e standardizzazione e l’importanza di una firma tutta italiana che non si sottrae, però, a un respiro internazionale.