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L’ISIS spiegato dal prof. Papa.

Lunedì 11 Maggio il prof. Massimo Papa, docente di diritto islamico presso l'Università di Tor Vergata, è stato ospite del collegio per parlare agli studenti di un tema molto attuale e dibattuto: l'ISIS.

Il professor Papa ha contestualizzato storicamente e culturalmente l’argomento, soffermandosi, in particolare, sul problema della strumentalizzazione del Corano ad opera dello Stato Islamico: i suoi leader legittimano le proprie brutali leggi e gli atti più efferati tramite interpretazioni anacronistiche e intransigenti del testo sacro islamico. Il professor Papa ha poi evidenziato come vi sia un forte simbolismo che caratterizza le scelte di nomi, titoli ed emblemi del “califfato”. Dal suo luogo di proclamazione, la Moschea di Mossul, fino al nome del suo capo, Abū Bakr al-Baghdādī, nulla è lasciato al caso, tutto viene programmato e studiato per creare una rete di forti significati e lanciare chiari e universali messaggi di intolleranza e aggressività.

Il califfato ha presa sulle popolazioni locali poiché si erge come baluardo di legalità in territori ormai sfuggiti al controllo dei relativi Stati di appartenenza, sottolineando l’estraneità alla cultura e alle tradizioni locali della forze internazionali presenti, che sono bollate come portatrici di valori esiziali.

Un altro punto importante che caratterizza l’ISIS è l’alto potenziale informatico e il forte impatto mediatico che riesce ad esercitare non solo nelle zone sotto il suo controllo, ma anche nel resto del mondo, grazie all’immediatezza dei canali di comunicazione e ai profili social che utilizza. Il professore ha anche delineato un quadro geopolitico dei territori in cui opera l’IS, evidenziando quali siano i legami tra gli Stati, le finalità che li spingono ad agire e il ruolo giocato dagli Stati occidentali, offrendo una lettura precisa e chiara delle dinamiche che spesso sfuggono ad osservatori non informati.

Ampio spazio è stato dedicato al dibattito: sono state approfondite questioni come il ruolo della Turchia e dei curdi e la furia iconoclasta dei guerriglieri dello Stato Islamico.