Nell’ambito degli incontri seminariali che si svolgono presso il Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro, il 21 novembre scorso Aldo Polito, Direttore centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate, ha tenuto un intervento dal titolo “Annotazioni sulla fiscalità tra cultura, norme e istituzioni”. L’incontro ha contribuito alla riflessione politica sul tema della fiscalità che riveste un ruolo centrale in Italia, dove recenti disposizioni in materia tributaria (DL 193/2016) hanno comportato la soppressione di Equitalia e, parimenti, l’assunzione da parte dell’Agenzia delle Entrate delle funzioni di riscossione nazionale.
L’imposizione tributaria è stata concepita dal legislatore costituente in termini di progressione e di disponibilità economica (cfr. Costituzione, art. 53 “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”), in conformità al principio dell’uguaglianza sociale.
Malgrado ciò, l’Italia sconta un deficit culturale poiché la gran parte della cittadinanza stenta a comprendere l’utilità sociale del fisco. L’evasione tributaria che ne deriva e l’ingente debito pubblico contribuiscono a determinare, nel nostro Paese, un’elevata pressione fiscale.
Per agevolare il rapporto del contribuente col fisco, l’Agenzia delle Entrate – in linea con l’azione di Governo – ha emanato nuove disposizioni che si avvalgono, ad esempio, di strumenti quali: le dichiarazioni pre-compilate, le lettere di Compliance e la Voluntary Disclosure.
E’ dunque auspicabile che, anche con l’ausilio di questi nuovi strumenti tecnici, si diffonda in Italia una maggiore sensibilità etica. Sebbene pagare le tasse non risulti piacevole a nessun contribuente, solo un mutamento di paradigma culturale potrà continuare ad assicurare la funzionalità e l’efficienza degli attuali servizi per la crescita e l’adeguata consapevolezza delle future classi dirigenti.