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L’insospettata vicinanza dei classici. Il seminario di Marie Luise Reinhard

Seminari

15.10.2019

di Aurora Abbondanza

Perché studiare i Classici? È questa la “provocazione” lanciata da Marie Luise Reinhard durante il seminario “Remember the Classics”, da lei tenuto nell’Aula Magna del Collegio lo scorso 14 ottobre. Marie Luise è una studentessa tedesca originaria di Fulda, arrivata in Italia circa un anno fa per conseguire un Dottorato di Ricerca in “Antichità Classiche”, presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

La sua analisi propone un itineriario alla ri-scoperta delle radici classiche della nostra società, e dei numerosi aspetti che di esse possiamo scorgere nell’ambiti più disparati della realtà attuale; il focus è quello di mettere in risalto il valore che gli studi umanistici hanno sempre rappresentato nella storia dell’uomo come veicolo per la formazione di un’identità non solo individuale, ma anche di stampo societario e comunitario, soprattuto per quanto riguarda l’orizzonte culturale italiano ed europeo.

La tesi che Marie Luise sostiene, citando illustri autori quali Cicerone, Lorenzo Valla, Machiavelli, fino ad arrivare al più moderno Schopenhauer, è che esista quasi un legame antropologico tra società anche molto distanti nel tempo e nello spazio, che fa provare ciò che lei definisce una sorta di “intimità con gli autori antichi”, ossia un riconoscersi in emozioni e conflitti di uomini vissuti secoli e secoli addietro. Ritrovare noi stessi nel passato, e così porre le basi della nostra identità nella realtà presente. E allora perchè, spesso, questo concetto viene meno? Perchè gli studi umanistici sono generalmente quelli peggio sopportati dagli studenti, e ritenuti quasi “inutili” nella concezione comune?

L’obiezione di Marie Luise chiama in causa un sistema educativo e scolastico che talvolta non riesce a mettere in luce l’attualità dello studio del “classico”, relegandolo a pura riflessione sull’ “antico”. Al contrario però, in un mondo come quello contemporaneo, che pur sembra prediligere la razionalità delle discipline scientifiche, lo studio letterario, lei sostiene, non potrebbe altro che rivelarsi complementare ed esse, garantendo un’interdisciplinarietà che gioverebbe ad entrambe le “parti”. Ma in concreto, come? È questa la domanda che la studentessa tedesca pone alla platea della sala. Interrogativo tutt’altro che banale, questione aperta. Quali modifiche nel metodo didattico potrebbero essere apportate per stimolare un interesse degli studenti verso le discipline umanistiche? Interrogativi non banali e decisivi per i giovani d’oggi, il cui obiettivo dovrebbe essere quello di formarsi una cultura a tutto tondo, non limitando la propria curiositas ad ambiti predefiniti, ma cercando di abbracciarne più aspetti, moltiplicare i propri punti di vista, per una comprensione della realtà che infine rifugga dall’essere rigidamente fissata. Prospettiva certo che il Collegio “Lamaro Pozzani” sostiene e incoraggia.