“La transizione energetica è una delle tante transizioni in corso in questo momento nel nostro mondo”. È stato questo l’incipit del Cavaliere del Lavoro Francesco Starace, che, in occasione dell’incontro dello scorso 11 novembre presso il Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”, ha da subito orientato il suo discorso verso alcune delle tematiche di maggiore rilevanza nell’ambito energetico.
Uno dei temi cruciali della discussione ha insistito su come la transizione energetica contemporanea si differenzi dalle transizioni precedenti, innanzitutto per il ritmo molto più rapido con cui essa si sta verificando. In particolare, il Cavaliere Starace ha individuato due forze che spiegano alcuni dei profondi cambiamenti che stanno avvenendo con le transizioni energetiche: la digitalizzazione, che modifica i sistemi energetici e ne influenza i consumi, e il miglioramento dei materiali, dovuto allo sviluppo delle scienze.
Un altro snodo fondamentale è stato poi l’individuazione dei tre segmenti principali nell’ambito del settore energetico mondiale: la generazione, la distribuzione e le transazioni economiche dell’energia. Fra i tre, è però al primo che spesso è riservata gran parte dell’attenzione: non stupisce quindi che un forte accento sia stato posto su quanto le energie rinnovabili siano oggi molto più accessibili economicamente rispetto al passato, e su come la loro affermazione sia possibile in virtù di uno spiazzamento delle risorse non rinnovabili. Del resto, la decarbonizzazione dei sistemi elettrici, che secondo il Cavaliere avverrà molto prima di quanto prevedano le attuali proiezioni, avrà come conseguenze proprio un costo dell’energia progressivamente inferiore e stabile, una maggiore disponibilità di fonti energetiche e l’apertura di nuove prospettive nell’utilizzo dell’energia elettrica.
Per quanto riguarda gli altri due segmenti, la seconda parte della catena del settore energetico – ossia la distribuzione – è, secondo il Cavaliere, quella più sottovalutata rispetto alle effettive potenzialità che essa possiede, soprattutto se si considerano le possibili applicazioni della digitalizzazione nel campo delle reti di distribuzione. Relativamente al segmento finale, infine, ancora una volta è stata posta particolare attenzione al ruolo del settore informatico nei consumi, il quale riveste un’importanza tale da rendere impossibile ogni forma di riluttanza nei confronti di un’innovazione di tale portata. Un appunto importante del Cavaliere ha infine riguardato anche lo smorzamento del forte legame, sussistente fino a qualche anno fa, tra la crescita del settore energetico e quella del PIL di un Paese.
Parlando, in conclusione, delle prospettive future, il Cav. Starace si è poi soffermato sul forte impatto della trasformazione energetica non solo sui settori tradizionali, ma anche su quelli non prettamente energetici, nei quali essa è in grado di creare nuovi segmenti produttivi.
Numerose sono state le domande poste dagli studenti, interessati dall’importanza e dall’attualità del tema. Alcune di esse hanno dato modo di parlare, per esempio, del modello di Energy mix, della limitazione nell’innovazione del settore nucleare dell’energia (dovuta al profondo legame con le possibili applicazioni militari), o ancora della nuova frontiera energetica di cui è protagonista la forza motrice delle onde marine. Stimolante è stata anche la riflessione sulla frequente dimensione nazionale delle imprese energetiche, che provoca spesso l’instaurarsi della cultura dell’”errore” come ostacolo per le innovazioni. Il dibattito si è concluso sul concetto di Open innovation, una riformulazione del concetto tradizionale di innovazione, basata su una differente considerazione dei competitors, che diventano collaboratori in una comune ricerca finalizzata al miglioramento dei sistemi energetici.