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Premio Roma 2021, Pellicanò: Il Paese torni a progetti illuminati e coraggiosi

09.12.2021

di Giovanni Siracusa

Nella giornata di martedì 7 dicembre, nella sala della Protomoteca del Palazzo Capitolino, ha avuto luogo l’attribuzione della sesta edizione del Premio Roma.

La cerimonia è stata aperta dal Cavaliere del Lavoro Ercole P. Pellicanò, ideatore del premio, il quale ha esordito ringraziando l’amministrazione comunale, la Regione e gli ospiti presenti tra i quali la delegazione del Collegio Universitario “Lamaro-Pozzani”.

L’introduzione del Cavaliere del Lavoro è stata seguita dall’intervento dell’assessora alle Attività Produttive Monica Lucarelli, la quale ha posto l’accento sull’importanza del dialogo con i giovani affinché questi proseguano lungo la via del rinnovamento culturale e tecnologico e ambiscano all’eccellenza.

Un particolare premio è stato assegnato alla memoria di Fabrizio Saccomanni, lodato dalle parole di Salvatore Rossi che lo ha ricordato quale uomo di fine intelletto, grande elasticità professionale e capacità di innovazione, e del quale ha poi condiviso alcuni ricordi personali legati alla propria carriera, ripercorrendola a ritroso dalla nomina a segretario generale e consigliere del direttorio della Banca d’Italia nel 2011 al primo incontro avvenuto nell’ormai lontano 1976; in un clima di commozione il premio è stato ritirato dalla moglie del Dott. Saccomanni.

Il premio 2020 (ricordiamo che lo scorso anno la cerimonia non è stata celebrata a causa dell’emergenza pandemica) per l’economia, l’impresa e il sociale è andato ad Elena Zambon, presidente della multinazionale farmaceutica Zambon SpA nonché Cavaliere del Lavoro. La laudatio di Innocenzo Cipolletta ha insistito sull’impossibilità di esimersi dalla creazione di bene e valore sociale in virtù della costruzione del futuro. La parola è passata alla Zambon, la quale proseguendo sullo stesso argomento si è soffermata sulla necessità di coniugare etica e successo, poiché ove ciò non accadesse il progresso eventualmente generato risulterebbe miope, in quanto sarebbe non destinato al bene comune ma fine a sé stesso. Il suo intervento è terminato con il riferimento al nonno, il fondatore dell’impresa.

Il  premio 2020 per la scienza, la cultura e l’arte è stato attribuito a Vittorio Storaro con laudatio di Francesco Rutelli che ha definito il sapiente gioco dei volumi assemblati nella luce a cui si sommano le simbologie come un elemento indispensabile dell’architettura, di cui la Città Eterna è un chiaro esempio. Infatti negli anni non è mancata l’attiva partecipazione di Storaro ai progetti culturali nella città Caput Mundi, tra i quali lo studio michelangiolesco di piazza del Campidoglio. Nel suo intervento è stato possibile cogliere ancora una volta l’importanza attribuita al concetto di crescita collettiva fondamentale per lo sviluppo di un paese.

Il premio 2021 per l’economia, l’impresa e il sociale è andato a Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel S.p.A. con laudatio di Marcello Messori. Quest’ultimo ha posto rilievo all’obiettivo di riduzione delle emissioni del diossido di carbonio impiegando fonti rinnovabili, prefissato da Enel che da diversi anni ha intrapreso il proprio percorso di transizione digitale e “verde” tanto da suscitare l’interesse del prestigioso settimanale “The Economist”. Starace, appassionato di poesia e musica classica, si è dedicato all’energia nelle sue più varie forme dopo la laurea in ingegneria nucleare ed è oggi al vertice di un’impresa leader mondiale fra quelle che operano nel settore energetico.

La cerimonia è stata conclusa dall’augurio del Cav. Lav. Ercole P. Pellicanò indirizzato a Roma e all’intero Paese affinché dopo la funesta emergenza epidemiologica possa tornare a splendere e ad elaborare progetti “illuminati e coraggiosi”.