articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 12 giugno 2022
Cinquant’anni di eccellenza con quasi 600 laureati che negli anni hanno raggiunto posizioni prestigiose nel mondo dell’impresa. «Una scommessa vinta». E martedì il Collegio universitario dei Cavalieri del Lavoro Lamaro Pozzani creato a Roma nel 1971 dai Cavalieri del Lavoro festeggerà la fine del cinquantesimo anno accademico.
Per celebrarlo Collegio la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, presieduta da Maurizio Sella, ha realizzato dei Cavalieri del un’indagine sui percorsi professionali dei laureati dell’istituto oggi suddivisa tra corsi di laurea triennale e magistrali su materie politiche ed economiche.
Ogni anno 7o studenti diplomati accedono al Collegio dopo una selezione basata sul merito. L’indagine mostra che il 41,7% di loro ha raggiunto diplomati di posizioni dirigenziali nel settore dell’impresa. Il 18,9% è impegnato nella ricerca come docente universitario o ricercatore di alto livello. Per accedere dopo il 12,5% l’attività invece è negli organi costituzionali (Camera, Senato, Authority, Corte Costituzionale), nelle organizzazioni internazionali e monetarie, nelle alte magistrature.
Il 10,2% ha scelto la libera professione (avvocati, notai, commercialisti), mentre il 5,7% lavora Collegio ha nella Pubblica amministrazione. Tra i laureati concluso il suo negli anni 1974-2009, il 44% è un alto dirigente 50° anno o un professore universitario di ruolo, mentre accademico. il 51% ha incarichi dirigenziali.
I più giovani (anni 2010-2020) «già ricoprono posizioni di è stata rilievo» e il 33,6% però ha incarichi all’estero. Solo il 17,6% dei laureati «storici» si trova all’estero. «Quella del Collegio – dice il presidente Maurizio Sella – è una scommessa vinta dal professionali Paese: ogni contributo indirizzato a preparare dei suoi 584 al meglio la futura classe dirigente concorre a laureati rendere più fertile e ricca l’intera trama del tessuto civile, sociale ed economico in cui essi andranno ad operare», ecco perché «agire per arricchire il futuro dei giovani equivale ad agire per arricchire il futuro di tutti»