La sera di mercoledì 11 dicembre Eugénie Vincendet, dottoranda di Storia del Diritto presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ha tenuto una relazione riguardante la storia del diritto e l’argomento del suo dottorato, il giurista Silvio Trentin (1885-1944). La relatrice ha dimostrato un’efficacia notevole non solo nell’esposizione dell’argomento della sua ricerca, ma anche nel dimostrare il significativo impatto della figura da lei studiata nel panorama storico e nell’attualità.
La relazione si è aperta con un’introduzione alla poliedrica disciplina della storia del diritto, poliedrica poiché non può essere considerata solo una storia cronologica, ma anche istituzionale e culturale, che esamina l’evoluzione del diritto attraverso i contesti sociali, politici ed economici in cui si sviluppa. È proprio in virtù di questi molteplici aspetti che risulta necessario fare uso di una metodologia diversificata e di diverse prospettive, come il metodo storico-comparativo, il quale mira a comprendere come i fenomeni sociali abbiano influenzato lo sviluppo del mondo giuridico e a ricontestualizzare le strutture storiche e culturali dei diversi sistemi legali.
Questo metodo è stato utilizzato da Eugénie per la sua tesi di laurea, riguardante la genesi della Costituzione della Repubblica italiana, nella quale, accanto a principi derivanti da dibattiti e discussioni nell’Assemblea Costituente, ha individuato l’influenza di altre costituzioni, come la Costituzione della Repubblica di Weimar, quella francese, quella spagnola e anche quella americana. In particolare, si evince un contrasto tra il modello americano, basato sul controllo giurisdizionale decentralizzato da parte dei tribunali ordinari, e quello europeo, che si affida al controllo centralizzato da parte di un tribunale costituzionale specializzato.
Per il suo dottorato, invece, ha fatto uso del metodo di confronto del pensiero giuridico, applicandolo, in particolare, alla figura del giurista veneto Silvio Trentin, un professore di diritto amministrativo, convinto antifascista e firmatario del Manifesto degli intellettuali antifascisti. Fu un sostenitore fervente del federalismo in democrazia, idee che portarono al suo esilio in Francia nel 1926 da parte del regime fascista. Fu qui che il giurista teorizzò modelli democratici di stampo federalista sia per l’Italia sia per la Francia, arrivando perfino a scrivere due costituzioni, rimaste incomplete, poco prima della sua morte. Citando Eugénie a riguardo: «Scrisse anche due bozze per due costituzioni: una per l’Italia e una per la Francia. È curioso analizzare, attraverso questa lente, la costituzione italiana e francese, dato che nessuna delle due ha seguito la strada del federalismo».
Le idee di Trentin non si limitavano al livello nazionale, egli fu anche propugnatore di una rivoluzione emancipatrice e federalista in Europa, che mettesse fine all’idea dello Stato monocentrico europeo a favore del modello federale statunitense. Come sottolineato da Winston Churchill nel suo celebre discorso a Zurigo nel 1946, la visione di una federazione europea è stata una proposta chiave per garantire la pace e la libertà in Europa: «Qual è questa cura sovrana? È ricostruire il tessuto europeo, o quanto più possiamo, e fornirgli una struttura sotto la quale possa vivere in pace, sicurezza e libertà. Dobbiamo costruire una sorta di Stati Uniti d’Europa».
La relazione di Eugénie Vincendet ha offerto una riflessione profonda sulla figura di Silvio Trentin, contestualizzandone il pensiero giuridico all’interno della storia del diritto e della politica europea del XX secolo. Il suo approccio metodologico, che intreccia la storia del diritto con la comparazione giuridica, ha reso chiara l’importanza delle teorie federative di Trentin, ancora rilevanti oggi nel dibattito politico e giuridico contemporaneo.