Risulta difficile riassumere in poche frasi la figura del Cavaliere del Lavoro Giovanni Novi, che lo scorso 19 marzo è venuto in visita al “Collegio Lamaro Pozzani”, ma il suo campo di competenza, la nautica, può essere letto come una metafora per il suo lungo – e in parte tortuoso – viaggio professionale.
Laureato in economia e commercio, ha iniziato la sua carriera come broker a Londra, per poi trasferirsi a Genova, dove nel 1961 ha fondato insieme all’amico Enrico Burke l’azienda di brokeraggio nautico “Burke & Novi”, che è presto diventata leader nel settore a livello internazionale. Ha ricoperto anche incarichi istituzionali di rilievo: in particolare, è stato presidente dell’Autorità Portuale di Genova tra il 2004 e il 2008, periodo in cui ha sfruttato le sue connessioni nel mondo della nautica per incrementare il traffico portuale e migliorarne le infrastrutture. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1995, è stato presidente del Gruppo Ligure della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, dimostrando un forte impegno per la Federazione.
Durante l’incontro, Novi ha ripercorso la storia della nautica dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri, soffermandosi sulle principali tipologie di navi e sulle loro caratteristiche. In passato, le imbarcazioni erano suddivise in compartimenti ed erano adibite al trasporto misto, contribuendo a modellare le rotte transcontinentali. Il Novecento ha portato un’innovazione decisiva con l’introduzione del container, che ha reso più efficiente il trasporto di merci generiche. Oggi il settore si divide tra armatori che investono in navi da crociera sempre più grandi e altri che, nel commercio, devono affrontare le limitazioni strutturali dei canali di Suez e Panama, che impediscono il passaggio a navi di dimensioni eccessive. Di conseguenza, gli armatori stanno cercando di ottimizzare l’efficienza delle imbarcazioni di stazza minore.
Nella seconda parte della serata, il Cavaliere ha risposto alle domande degli studenti. Alcune hanno riguardato la sua esperienza nelle istituzioni, in particolare le difficoltà nella gestione di un ente pubblico rispetto a un’azienda privata. Altre hanno affrontato il tema della competitività dei porti italiani rispetto a quelli del Nord Europa e le possibili strategie per aumentarne l’attrattività, considerando la loro posizione geografica favorevole, vicina al cuore industriale dell’Europa. Infine, è stata approfondita la struttura macroeconomica del settore dello shipping per come si presenta oggi, analizzandone forze e debolezze. Fra queste, una posizione sempre più debole del broker nautico, che rischia di essere sostituito da algoritmi e AI, un’incertezza dei mercati sempre maggiore, dovuta a crescenti tensioni geopolitiche, specialmente in corrispondenza di choke points come lo stretto di Malacca e quello di Hormuz e il continuo abuso delle bandiere di comodo: «la tendenza dovrebbe essere quella di uniformare il sistema, nell’interesse generale», commenta in riferimento a quest’ultimo punto.
L’incontro ha rappresentato un’opportunità preziosa per comprendere a fondo le dinamiche di un settore in continua evoluzione e le sfide che lo attendono. La testimonianza del Cavaliere Novi ha offerto agli studenti non solo una panoramica sulle trasformazioni della nautica e del commercio marittimo, ma anche uno spunto di riflessione su come passione, competenza e lungimiranza siano fondamentali per affrontare i cambiamenti e lasciare un segno nel proprio ambito professionale.