La sera del 3 aprile 2025 il Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” ha ospitato un incontro di preparazione al Convegno Nazionale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, in programma a Venezia il prossimo giugno. Una serata intensa e partecipata, che ha offerto ai collegiali l’occasione di confrontarsi con tre voci autorevoli del panorama imprenditoriale, accademico e diplomatico italiano: Enrico Zobele, presidente onorario dell’omonimo Gruppo e presidente della sezione triveneta della Federazione, Gianni Bonvicini, Consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma ed esperto di integrazione europea, e Ferdinando Nelli Feroci, ambasciatore e già rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea nel quinquennio 2008-2013.
Al centro del dibattito, il ruolo dell’Europa in un mondo in rapida trasformazione e sempre più multipolare, e le sfide che l’Unione è chiamata ad affrontare. Un filo conduttore che rispecchia lo stesso titolo del convegno veneziano: L’Europa che vogliamo.
Il Cav. Lav. Enrico Zobele, aprendo l’incontro, ha posto l’accento sull’urgenza di un’Europa più coesa, capace di reagire con efficacia alle trasformazioni globali: “L’Europa è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Separati ci facciamo del male”. Le sfide globali, dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, richiedono una cornice comune per essere affrontate senza compromettere la competitività. Eppure, oggi l’Unione appare lenta, frammentata e poco efficace nel prendere decisioni condivise.
Sulle radici storiche e istituzionali di questa difficoltà si è soffermato Gianni Bonvicini, che ha ripercorso le tappe principali del processo di integrazione europea, a partire dal fallimento della Comunità Europea di Difesa (CED) negli anni Cinquanta, che segnò un primo grande ostacolo per la costruzione di una federazione politica. Da allora, ha spiegato, l’Europa si è sviluppata seguendo una logica neofunzionalista: l’integrazione economica come base per un’eventuale evoluzione politica. Tuttavia, il passaggio dal funzionalismo al federalismo è rimasto incompiuto, pur a fronte di importanti riforme istituzionali, dai Trattati di Maastricht e Amsterdam fino a quello di Lisbona.
Secondo Bonvicini, oggi l’Unione Europea deve affrontare un bivio: prendere decisioni è tanto difficile quanto urgente, ed è quanto mai necessario trasformare l’UE in un potente attore internazionale. L’alternativa è un lento declino della sua rilevanza geopolitica, già evidente nella sua posizione ancora subordinata agli Stati Uniti in ambito di sicurezza e difesa.
Proprio sulle relazioni transatlantiche e sul contesto internazionale si è concentrato l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, tracciando un quadro denso e articolato. Ha ricordato come l’Unione sia entrata nella legislatura attuale con un’ambiziosa agenda di rilancio definita dai rapporti Draghi e Letta, che puntava a recuperare competitività economica, promuovere la sovranità tecnologica e rafforzare il mercato interno. Ma su questa traiettoria si sono abbattute le tempeste della geopolitica, dalla guerra in Ucraina alle tensioni in Medio Oriente, fino al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
“Il ciclone Trump”, come lo ha definito, minaccia di alterare profondamente gli equilibri globali, e con essi il ruolo dell’Europa. I temi cruciali spaziano dai dazi commerciali all’autonomia strategica, fino al futuro della NATO. La postura americana più isolazionista potrebbe infatti costringere l’Unione a dotarsi di reali capacità difensive, accelerando processi già avviati come la Permanent Structured Cooperation (PESCO) e ponendo al centro il tema della “coalizione dei volenterosi”.
A conclusione degli interventi, ampio spazio è stato dedicato al dialogo con gli studenti del “Lamaro Pozzani”, che hanno sollevato diverse questioni: dal problema dei dazi americani alla possibilità di un riavvicinamento del Regno Unito all’Unione, passando per il rapporto tra imprenditoria e istituzioni europee.
Nonostante le sfide emerse, l’Europa, pur nelle sue contraddizioni, rimane uno spazio imprescindibile di dialogo, regole e valori. A Venezia, il prossimo giugno, la comunità dei Cavalieri del Lavoro proverà a contribuire a questo dibattito, ponendosi come ponte tra mondo produttivo e società. L’incontro del 3 aprile ha rappresentato un passo importante in questa direzione.