Una giornata all’insegna dell’alta moda, quella che una delegazione di studenti del Collegio “Lamaro Pozzani” ha avuto l’opportunità di vivere presso la sede della Brunello Cucinelli S.p.A di Solomeo, in Umbria. Ospiti del Cav. Lav. Brunello Cucinelli, i collegiali hanno potuto conoscere direttamente uno dei fiori all’occhiello del lusso made in Italy, che trae la sua forza dalla lavorazione di elevatissima qualità del cashmere locale. La visita ha permesso inoltre di toccare con mano la filosofia portante dell’impresa che, all’insegna di quello che Cucinelli stesso definisce “capitalismo umanistico”, si prefigge di perseguire il giusto equilibrio tra profitto e benessere dei lavoratori.
L’esperienza non comincia dalla fabbrica a valle, ma ripercorre la storia dell’impresa a partire dal borgo di Solomeo, luogo in cui è stata collocata la produzione fino al 2014 e che adesso ospita la boutique e numerosi eventi. La sua collocazione amena e caratteristica fa sì che la boutique sia preferita ai punti vendita situati nelle grandi città, poiché offre non solo l’accesso a tutte le collezioni, ma arricchisce l’atto di acquisto di un sapore unico e altrimenti irreperibile. Il borgo infatti ha vissuto una rinascita unica grazie all’impegno della Fondazione Cucinelli, che ha investito nella costruzione del Teatro che oggi porta il nome del Cavaliere e che si integra perfettamente con l’architettura e il paesaggio circostante. La fondazione ha inoltre contribuito alla riqualificazione dello storico centro, tanto che oggi la torre del borgo ospita ancora l’ufficio di rappresentanza dell’imprenditore. Attualmente la Fondazione si occupa di manutenere costantemente il patrimonio, consolidando il legame tra l’impresa e il territorio, elemento inscindibile dal concetto stesso dell’impresa.
Spostandoci a valle, dove successivamente l’impresa ha trasferito il proprio impianto operativo, Cucinelli ha accolto calorosamente Cavalieri del Gruppo Centrale e collegiali, mostrando uno spaccato della vita aziendale attraverso i luminosi ambienti in cui si svolge. La luce è effettivamente parte della filosofia di impresa, poiché migliora il rapporto tra gli operai e il lavoro sartoriale che, se condotto in spazi bui, si trasforma altrimenti in un’esperienza alienante. Questo elemento, voluto dal Cavaliere, si concretizza in ampie finestre da cui trapela la luce naturale e l’immagine del verde in cui la fabbrica è immersa. Ma l’architettura degli ambienti lavorativi è solo un aspetto della rivoluzione portata avanti da Cucinelli, il quale propone molte misure accorte, tra le quali un orario lavorativo sostenibile a tutela del work-life balance. Terminato il tour aziendale, Cavalieri e collegiali si sono riuniti in una tavola rotonda con il Cucinelli per approfondire la storia imprenditoriale e di crescita personale che lo hanno condotto al successo globale. Un’infanzia agreste tra Castel Rigone e il podere di famiglia in Toscana, una giovinezza vissuta nel fervore politico e culturale del ’68 italiano, unite all’intraprendenza e a una spiccata comprensione del reale sono state le colonne portanti del suo percorso.
Il dialogo con il Cavaliere ha toccato anche alcuni punti salienti dell’attualità: i dazi imposti dall’amministrazione statunitense turbano ma non scompigliano la struttura dell’impresa, abituata a reagire prontamente al cambiamento senza subirlo, ma trasformandolo in un’opportunità. Ai giovani, invece, Cucinelli invia un messaggio di speranza: non credere agli adulti che da sempre lamentano l’inettitudine e la svogliatezza delle generazioni giovanili, bensì mostrare conconvinzione e coraggio le istanze e gli ideali di cui sono portatori.
“Desideravo che una piccola parte dei profitti dell’azienda andasse ad abbellire l’umanità tutta. Volevo che le persone lavorassero le giuste ore e fossero connesse il giusto tempo, così da armonizzare Tecnologia e Umanesimo e ritrovare un sano equilibrio tra mente, anima e corpo: perché anche l’anima e il corpo hanno bisogno di nutrirsi ogni giorno”.
Questo l’obiettivo del Cav. Lav. Cucinelli: gestire un’impresa non significa solo generare profitto, ma costruire un ambiente capace di accogliere i lavoratori, farli sentire a casa e liberi di esprimere se stessi attraverso il lavoro. Lavoro che non deve rappresentare una fonte di oppressione della vita, ma farsi parte integrante del processo di formazione e miglioramento dell’uomo, oltre che del lavoratore.