Che cos’è la farmaceutica? Che ruolo svolge nell’economia italiana? Quali sono gli obiettivi all’orizzonte? Sono queste alcune delle domande a cui la Cav. Lav. Lucia Aleotti ha minuziosamente risposto durante l’incontro tenutosi la sera del 16 Aprile 2025 presso il Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”. Attuale membro del consiglio di amministrazione della A. Menarini I.F.R., presidente della stessa fino al 2018, Aleotti ha illustrato passato, presente e possibile futuro dell’azienda che attualmente è leader nel campo della farmaceutica in Italia e che rappresenta una forza in costante espansione nei mercati internazionali.
L’intervento di Lucia Aleotti prende avvio dalla descrizione del sistema economico italiano dal 1991 al 2024, passando per il 2008, anni in cui il settore dei beni “ad alto valore aggiunto”, come cosmetici e farmaci, è arrivato a costituire il 2% del PIL. Tale risultato dimostra come, a fronte di una spesa statale in tale settore equivalente all’1,3% del prodotto nazionale, l’industria farmaceutica produca un indotto positivo e sia in costante espansione. Inoltre, se l’obiettivo ministeriale è raggiungere una crescita annuale del 12% degli export, il settore farmaceutico è tra i pochi a raggiungerlo e superarlo. La Menarini si inserisce come forza dominante in tale contesto, ma questa posizione non sarebbe stata raggiunta senza la lungimiranza di chi ha riposto fiducia nel progetto aziendale. Nata nel 1886 a Napoli, nel 1915 la sede viene spostata a Firenze, dove si trova oggi: l’azienda inizia a legare il suo nome alla famiglia Aleotti nel 1964, quando il futuro Cav. Lav. Alberto Sergio Aleotti entra nei ranghi aziendali. La visione imprenditoriale, la capacità di scegliere ottimi collaboratori, il valore dello studio che rende “liberi e indipendenti” trasmesso ai suoi figli hanno guidato il Cav. Lav. Aleotti alla creazione di un’azienda farmaceutica unica in Italia, la prima ad aver istituito una divisione di ricerca e sviluppo.
La crescita dell’azienda è stata consacrata dall’acquisizione del gigante tedesco Berlin-Chemie, che ha aperto la Menarini ai mercati dell’Est Europa. Nel frattempo la famiglia Aleotti aveva rilevato l’impresa e sotto la guida dei fratelli Aleotti, figli di Alberto Sergio, la Menarini è riuscita a penetrare nel mercato asiatico nel 2011 e a sbarcare negli Stati Uniti nel 2020, durante la pandemia di COVID-19. Tutte le espansioni dell’impresa sono state precedute da attente e oculate valutazioni: se per il mercato asiatico si è scelto di adeguarsi in un primo tempo alla cultura d’impresa locale, negli USA si è scelto di focalizzarsi sulle competenze acquisite nel campo dell’oncologia. L’impresa farmaceutica negli USA, spiega Aleotti, ha la funzione ulteriore di rilevare i progetti più promettenti delle start-up, che sono molto più numerose e attive rispetto alla realtà europea. Inoltre il farmaco, una volta prodotto, subisce un processo di analisi e controllo da parte della Food and Drug Administration (FDA), omologa dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), a cui viene sottoposto il dossier. La Menarini si occupa principalmente dei “tre killer”: malattie oncologiche, superbatteri (ossia i batteri resistenti agli antibiotici) e patologie cardiometaboliche, ma ciò non limita lo spettro dell’attività di impresa, che riveste orgogliosamente anche un ruolo molto attivo nel sociale. Alla base, la volontà di toccare con mano gli effetti e seguire l’impatto delle attività che vengono proposte a diversi livelli: dal basket in carrozzina, alla ristrutturazione delle case popolari, alle donazioni di farmaci alla Croce Rossa fino all’innovativo progetto, un unicum in Italia, di formazione dei pediatri al riconoscimento delle situazioni limite di abuso sui minori.
Nello spazio aperto al dibattito tra i Collegiali e la Cav. Lav. Aleotti sono emersi diversi spunti di riflessione. Un’analisi comparativa tra la FDA e l’EMA mette in evidenza luci e ombre sia delle due agenzie che, rispettivamente, della mentalità europea e statunitense. In particolare l’FDA prevede corsie preferenziali per alcuni farmaci di maggiore urgenza, il che garantisce efficienza e un’immediata circolazione, mentre l’EMA rappresenta solo il primo vaglio per i prodotti farmaceutici, i quali subiscono poi ulteriori analisi presso le agenzie nazionali e, in Italia, anche regionali. Tuttavia, l’imprenditrice precisa che il sistema statunitense presenta, oltre ai palesi vantaggi, limiti notevoli: in primo luogo gli elevati costi della spesa sanitaria, rimessi ai privati. In Europa invece la tendenza alla eccessiva regolamentazione è affiancata da una copertura sanitaria molto consistente. La Menarini vanta anche numerosi legami con la realtà universitaria e col mondo delle Start-up, il che viene testimoniato dall’alto tasso di impiego di laureati, pari al 97% del totale. Infine Aleotti ha risposto agli interrogativi riguardo l’intelligenza artificiale dichiarando che grazie alla sua enorme capacità di analisi dei dati, essa potrà in futuro garantire maggiore efficienza e fa ben sperare che i consueti dodici anni di sperimentazione del farmaco si riducano sensibilmente.
Speranza, ottimismo, passione sono le colonne portanti della visione di impresa della Cav. Lav. Aleotti, che concorrono a costruire fondamenta solide e stabili su cui poggia la storica azienda Menarini.