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Arte e imprenditoria, “missione” umbra tra Luisa Spagnoli e Premio Il Perugino

19.04.2024

Paolo Cazzolla e Paolo De Stefano

Non è stata una giornata come le altre quella di martedì 16 aprile 2024 per i collegiali, i quali si sono recati nella città di Perugia, dove si è tenuta la settima edizione del premio “il Perugino”, organizzato dal Cav. Lav. Ercole Pellicanò.

Per i ragazzi, però, il programma della giornata nel capoluogo umbro è iniziato già in mattinata, quando hanno avuto l’opportunità di visitare il Museo Luisa Spagnoli, dedicato alla vita e all’attività di una donna straordinaria nel mondo della moda e, più in generale, dell’imprenditoria. La mostra è stata inaugurata nel 2005 e racconta proprio la storia di Luisa Sargentini, sposata Spagnoli, una donna di successo, alla quale si deve l’ideazione del famosissimo Bacio Perugina, oltre che la creazione di un brand di moda (che prende il suo stesso nome) che ancora oggi, a distanza di quasi un secolo dalla sua nascita, mantiene salda la sua posizione di rilevanza nel mercato, contando quasi 150 punti vendita in tutta Italia e 800 dipendenti.

In seguito, dopo aver approfittato della cordiale ospitalità del Collegio di Merito della Sapienza – Fondazione Onaosi durante il pranzo, i ragazzi hanno preso parte all’evento centrale della giornata: il Premio “il Perugino”.

Il premio trae ispirazione dalla figura del grande maestro Vannucci, in arte il Perugino e viene conferito a coloro che hanno manifestato particolari doti riguardanti la creatività e hanno contribuito alla ricchezza e al benessere del Paese”: sono queste le parole con cui, dopo i doverosi e sentiti ringraziamenti alle autorità del posto, ha esordito in Cavaliere del Lavoro Ercole Pellicanò.

Subito dopo il discorso introduttivo, nel quale il Cav. Lav. ha dedicato un ricordo speciale anche a Luigi Einaudi, di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita, la parola è passata al compositore e musicologo Michele Dell’Ongaro. I suoi spunti di riflessione, partendo dal maestro Perugino, sono poi arrivati ai giorni nostri. “Oggi noi viviamo in un mondo in cui abbiamo bisogno da una parte modelli di ispirazione, ma allo stesso tempo abbiamo noi stessi bisogno di ricreare nuovi modelli in un mondo che cambia velocemente.” Sono state queste le sue parole in merito al presente e, soprattutto, riguardo a ciò che sarà la società del futuro.

Pellicanò ha poi preso parola dando inizio alla Cerimonia di assegnazione dei premi vera e propria, sottolineando che questi riconoscimenti sono conferiti nella settimana dedicata al Made in Italy, un’iniziativa nata per celebrare l’eccellenza e la creatività italiane. Il cavaliere ha poi sintetizzato l’obiettivo dell’evento di consegna del premio “Il Perugino” come: “Richiamare conclamate eccellenze italiane e di correre col pensiero alle azioni frutto della creatività del nostro popolo”. Ha poi proseguito elencando i premiati del 2024: Cristina Bombassei, Chief CSR Officer Gruppo Brembo, Innocenzo Cipolletta, presidente dell’AIFI e presidente AIE, Vincenzo Briziarelli, Presidente Confindustria Umbria, Antonio Campanile, presidente di Saci industri SpA, e Francesco Profumo, Professore Ordinario Politecnico di Torino, che riceve il premio alla carriera.

Linda Orsola Gilli, Presidente e AD Inaz, ha preso parola e ha tenuto la laudatio per Cristina Bombassei durante la cerimonia di premiazione, descrivendola non solo come una collega, ma anche come un’amica, evidenziando le numerose somiglianze riscontrate nei loro percorsi. Il premio conferito a Bombassei è stato definito dalla Cav. Lav. Gilli come un riconoscimento ai “più alti valori dell’impresa”. La carriera di Cristina Bombassei si è sviluppata nel campo della corporate governance, ricoprendo ruoli strategici all’interno dell’azienda. Negli ultimi 10 anni, ha assunto la responsabilità sociale dell’impresa, dirigendo l’azienda verso la sostenibilità attraverso la transizione ecologica e l’implementazione di politiche sociali. Queste politiche sono state dedicate principalmente all’istruzione, alla ricerca, alla tutela dell’infanzia, all’arte, alla cultura e allo sport. Ha collaborato con numerose organizzazioni no-profit, portando sostegno con iniziative aziendali nei luoghi dove questa opera, come la House of Smile in India, che ha beneficiato oltre 5000 donne e bambini in condizioni di estrema indigenza, Safe Heaven in Polonia e Child Friendly Space in Turchia, progetto per i terremotati. Nel giugno del 2021, è stata nominata nel consiglio d’amministrazione dell’OTP, su indicazione di Enzo Rosso, fondatore di Diesel, per il suo impegno nelle attività sociali dell’azienda. Ha sempre promosso un modo di fare valore sostenibile per tutti gli stakeholder e si è dimostrata particolarmente legata al territorio, tanto da essere inclusa nel sondaggio generale di Confindustria a Bergamo. Sotto la sua guida è nato il format “Bergamo Next Level”. La motivazione della commissione per l’assegnazione del premio è stata: “Ai vertici del leader globale dei sistemi Brembo promuove il futuro del coinvolgimento del gruppo in materia di corporate governance e corporate social responsibility, dandone una caratterizzazione di grande valenza con ricadute positive e concrete sulle aree di intervento dell’azienda nel mondo. Da presidente dell’associazione delle aziende a conduzione familiare AIDAF ha promosso uno stile etico e sostenibile di fare impresa. Va a lei riconosciuto merito di uno spirito positivo e propositivo che sono cifra del suo impegno personale e civile”. Dopo il ricevimento del premio e della pergamena Cristina Bombassei ha rinnovato i propri ringraziamenti all’organizzazione e alla Cav. Lav. Gilli per la laudatio, oltre che per aver sottolineato l’impegno che nella sua carriera Bombassei ha sempre messo per iniziative sociali. Ha poi sottolineato il ruolo che l’azienda Brembo ha nell’AIDAF, volta al supporto della realtà imprenditoriale a conduzione familiare italiana.

La professoressa Elsa Fornero ha poi preso parola per recitare la laudatio di Innocenzo Cipolletta, purtroppo assente a causa di un incontro al Quirinale con il presidente, accompagnato dai vertici della sua associazione. Fornero, accademica, economista e politica italiana, si è mostrata emozionata per essere per la seconda volta su un palco in un giorno, dopo l’evento rivolto a studenti di un professionale a Pistoia. Dal ricordo dell’incontro precedente ha cominciato la laudatio parlando della sfida esistente per la ricerca di un equilibrio tra lavoro e prosecuzione degli studi, evidenziando come la ricerca di un impiego non precario abbia spesso limitato le possibilità di continuare la propria formazione. Abbiamo vissuto in un’epoca in cui la specializzazione è diventata imperativa, ha affermato la professoressa: “Stiamo sacrificando l’umanesimo sull’altare dell’efficienza produttiva”. In passato come ministro, ha sperimentato le difficoltà nel creare un ponte tra formazione e lavoro, con aziende che da sempre sminuiscono il valore dello studio e scuole che sottovalutano quello della formazione professionale. I premiati della serata hanno lavorato instancabilmente per superare divario tra umanesimo e specializzazione, un obiettivo che rispecchia gli ideali della sede che li ha accolti, con i suoi sette secoli di storia orientati a espandere gli orizzonti e a ridurre le fratture nella società. Cipoletta, dopo aver svolto incarichi dirigenziali per OCSE e Confindustria, è riuscito magistralmente a far convergere tali esperienze nella sua presidenza dell’Università di Trento tra il 2003 e il 2018. Fornero ha poi concluso con un ricordo personale, lodando Cipoletta come persona per bene, ricordando con quanta chiarezza e sincerità volle organizzare una volle una conferenza con una presa di posizione netta contro le mafie e i loro legami con le attività d’impresa. Conclusosi l’intervento della già Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Pellicanò ha letto una lettera da parte di Cipolletta, in questa egli ha espresso il suo orgoglio nell’aver ricevuto il premio motivato con: “Docente universitario, volumista e dirigente d’azienda ha segnato il suo percorso professionale con la guida di importanti istituzioni private e pubbliche, industriali e finanziarie, nonché con posizioni di vertice in qualificate associazioni di categoria. Il suo ruolo di civil servant continua a esercitarsi oggi con la presidenza di AIFI, nell’ambito finanziario, e di AIE, nel settore editoriale. Con quest’ultima è impegnato ad incentivare la lettura e a superare il divario Nord-Sud, il tutto per porre robuste radici nel futuro. Personalità poliedrica ha sempre messo a disposizione del paese le sue numerose qualità ed esperienze creando, plasmando e innovando con il conforto di eccellenti risultati

È stata poi la volta sul palco di Giampaolo Letta, Vice Presidente e AD Medusa Film SpA, pronto a pronunciare la laudatio per Vincenzo Briziarelli, Presidente della Confindustria Umbria. Nonostante non fosse del medesimo settore professionale del premiato, ha accettato l’incarico con orgoglio, mosso da un’amicizia profonda, benché non di lunga data, che lo lega al premiato. È stata una serata importante per Letta, prima volta per lui da laudator in un evento così prestigioso. Nella sua laudatio Letta è uscito dagli schemi tradizionali, iniziando con la storia dell’amicizia che lo lega a Briziarelli. Ha poi descritto il cammino imprenditoriale di Briziarelli, laureato in economia e commercio, che ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia fino a diventarne presidente. La sua leadership è stata contraddistinta da un carattere volontaristico e ha poi ricoperto numerosi incarichi di rilievo all’interno di Confindustria. Letta ha sottolineato il carattere di Vincenzo, tipicamente umbro, non schivo ma riflessivo, con cui ha condiviso tanti momenti. Uno snodo cruciale nella vita dell’imprenditore è stata la scomparsa del padre, evento che lo ha catapultato improvvisamente verso responsabilità aziendali, assumendosi il compito di provvedere alla famiglia e ai dipendenti dell’azienda. È stata una laudatio intima e sentita, in cui Letta ha celebrato non solo le imprese imprenditoriali di Vincenzo, ma anche la sua umanità e il suo coraggio di fronte alle avversità della vita. Il premiato ha poi preso la parola con gratitudine, manifestando quanto sia un onore per lui trovarsi su quel palco. Ha iniziato il suo discorso raccontando le tappe del suo percorso scolastico e universitario, anche con un tocco sarcastico, condividendo aneddoti divertenti su alcuni dei suoi problemi disciplinari. Il premio assegnato è stato motivato dall’organizzazione come: “Esponente di una nuova classe imprenditoriale partecipa alla crescita del territorio attraverso la sicura guida della Confindustria umbra. In ciò trova nellazienda di famiglia il laboratorio nel quale esercitare concretamente le proprie convinzioni per un sicuro e stabile avanzamento produttivo. Le filiere industriali flessibili, veloci e di respiro internazionale, il ricambio generazionale e le competenze manageriali, le intelligenze artificiali e sostenibilità sono il mantra del suo impegno. Gli studi, in Italia e allestero, il fecondo associazionismo, la tradizione sociale, lattivo inserimento nel tessuto produttivo lo pongono tra gli esponenti di riferimento per la comunità umbra

Roberto Morroni, vicepresidente della giunta regionale dell’Umbria, ha preso la parola con gratitudine, ringraziando il cav. Lav. Pellicanò per l’iniziativa che mette in luce le eccellenze della società. Ha espresso la sua ammirazione per Antonio Campanile, evidenziando due termini che descrivono perfettamente il percorso e le capacità di quest’ultimo: crescita e cambiamento. Morroni ha ripercorso i passi del percorso imprenditoriale di Campanile, sottolineando la sua capacità di comprendere i cambiamenti dell’ambiente circostante. Laureatosi in chimica, Campanile ha potenziato il settore chimico, distinguendosi quando molti hanno perso mercato grazie alla distribuzione organizzata di prodotti con marchio proprio. Campanile ha avuto l’acume di cogliere il senso del nuovo mercato, ampliando la propria presenza con la vendita di prodotti brandizzati dalla grande distribuzione, modello di private label B2B. Nel corso del tempo, si è instaurato un processo di fidelizzazione caratterizzato da rispetto e stima reciproci tra territorio e impresa, con una notevole presenza di laureati in diverse discipline scientifiche nell’azienda, a sostegno del territorio. Nel 2020, Campanile è stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro e oggi si trova a capo di un’azienda che si appresta a festeggiare nel 2025 i suoi cento anni, con una continuità garantita dalle sue capacità di cogliere le opportunità di crescita e cambiamento. Morroni ha concluso il suo intervento riprendendo una citazione di Isaac Newton: “Siamo seduti sulle spalle di giganti, per questo possiamo vedere lontano”, paragonando poi i giganti all’esperienza di Campanile, che ha permesso all’Umbria e all’Italia di guardare avanti verso il futuro. Dopo essere stato insignito del premio, con seguente motivazione: “Alla guida di Saci industrie ha portato lazienda di famiglia, fondata cento anni fa, tra i maggiori fornitori del suo settore merceologico delle più importanti catene di distribuzione in Europa. Lattività onora il Paese come espressione e campione del valore della creatività del made in Italy. linnovazione di prodotto e di processo con un alto livello di digitalizzazione ne rappresenta altresì la cifra operativa di livello. Impegnato nellassociazionismo e nel sociale da anni nei ruoli istituzionali ricoperti, riconosciuti ed apprezzati sono gli impegni per la creazione di un modello di sviluppo solidale e sostenibile”. Il discorso a seguire, del Cav. Lav. Antonio Campanile, è incentrato sulla grande importanza che la sua azienda riserva all’istruzione, con più del 16% di dipendenti laureati, nella continua lotta al fenomeno della fuga di cervelli dall’Umbria. Ha concluso poi il suo intervento ricordando il successo del marchio nonostante non sia rivolto direttamente ai consumatori:“Il nostro marchio è la reputazione che ci siamo guadagnati verso i clienti nazionali e internazionali. L’orgoglio che traspare dalle mie parole è ovviamente condiviso da tutte le maestranze, dal management fino a tutti i collaboratori esterni” .

L’evento si è avviato alla conclusione con l’assegnazione del premio per la carriera a Francesco Profumo, che ha poi tenuto un discorso esprimendo la sua gratitudine al suo laudator e riflettendo sulle opportunità che ha avuto nella sua vita. Definendosi un uomo fortunato, Profumo ha raccontato il percorso che lo ha portato a dove è oggi. Dopo gli studi al liceo, si era trasferito a Torino per approfondire la sua formazione, convinto che la sua carriera da ingegnere si sarebbe conclusa a Genova. Tuttavia, una serie di telefonate hanno cambiato il corso della sua vita. La prima chiamata, nel 1983, quando lavorava all’Ansaldo, ha segnato l’inizio della sua avventura nel mondo universitario, aprendo porte nonostante provenisse da un background non accademico. La seconda telefonata, nel 1995, lo ha visto ricevere un’offerta di lavoro come professore ordinario all’Università di Bologna, permettendogli di ricongiungersi con la sua famiglia. Infine, nel 2011, una terza chiamata gli è giunta direttamente da Palazzo Chigi, quando il presidente Monti lo ha nominato ministro dell’istruzione. Profumo ha sottolineato la sua convinzione nei valori individuati da Rossi: gentilezza, innovazione e la capacità di pensare in grande. Tuttavia, ha concluso il suo discorso con una nota di critica, affermando che il paese è stanco, e che la politica ha la sua parte di responsabilità in questa stanchezza diffusa.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti del cav. Lav. Pellicanò ai presenti e rinnovando l’invito alla premiazione che si terrà con nuovi protagonisti l’anno prossimo.