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Cause e conseguenze dell’incidente di Fukushima: incontro con l’ing. Lamberto Matteocci.

Il Collegio ha avuto il piacere di ospitare l’ing. Matteocci, nostro laureato e responsabile del Servizio controllo attività nucleari dell’ISPRA, che ha affrontato il tema del nucleare e delle problematiche in materia di sicurezza delle centrali.

Dai dati sull’impiego dell’energia nucleare a livello mondiale, appare chiaro come essa rappresenti per numerosi Paesi una delle principali fonti per soddisfare il fabbisogno energetico. La produzione di energia elettrica tramite fissione solleva però importanti problemi in merito alla gestione dei rifiuti radioattivi e alla prevenzione di incidenti dalle conseguenze potenzialmente molto gravi.

Per garantire la sicurezza degli impianti, alle tecnologie che evitano la dispersione di materiale radioattivo nell’ambiente circostante si affiancano gli strumenti del diritto internazionale, volti ad assicurare una supervisione delle centrali da parte di un’autorità indipendente e, in caso di incidente, un sistema di monitoraggio costante della situazione.
L’ing. Matteocci ha poi spiegato come alla base dell’incidente di Fukushima vi sia stato il mancato funzionamento, conseguente allo tsunami, dei generatori per la rimozione del calore residuo del reattore; questo ha determinato a sua volta la perdita di integrità del combustibile nucleare e il rilascio nell’atmosfera di vapore radioattivo. L’immissione di notevoli quantità di acqua marina per contenere l’aumento di temperatura nel nocciolo ha poi causato la contaminazione delle falde acquifere e del tratto di oceano vicino all’impianto. I recenti avvenimenti di Fukushima hanno frenato in Italia l’avvio di un nuovo programma nucleare.

Il nostro Paese deve però a tutt’oggi ancora provvedere anche alla gestione e smantellamento delle vecchie centrali e allo smaltimento delle scorie radioattive che fanno parte del suo “passato nucleare”.