Un Paese che vanta “una solida capacità industriale, accademica, e soprattutto un buon grado di sicurezza”, in un contesto globale minacciato dal fenomeno del terrorismo. Ma c’è ancora molto da lavorare perché tra gli investitori israeliani si diffonda una percezione dell’Italia, così come avvertita da Ofer Sachs, ambasciatore di Israele in Italia da settembre scorso, protagonista, venerdì 4 maggio, di un incontro con gli studenti del Collegio universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”.
“L’Italia – dice – è veramente un bel Paese dove lavorare insieme. Sfortunatamente la maggior parte degli imprenditori israeliani va negli Stati Uniti, in molti casi nel Regno Unito oppure in Cina o in India. Negli ultimi anni sono stati questi i principali motori dell’industria tecnologica israeliana”. Ma la partita non è chiusa. Anzi, assicura Sachs, “è sicuramente parte della mia missione far cambiare idea agli imprenditori del mio Paese”.
Per il giovane diplomatico (45 anni, di cui gli ultimi cinque trascorsi a Bruxelles come rappresentante delle relazioni economiche di Israele con la Ue), è necessario implementare il dialogo e lo scambio commerciale tra l’Italia e Israele.
Punto di forza del nostro Paese, più volte rimarcato dall’ambasciatore, il grado di sicurezza nello scacchiere internazionale. “Penso che l’Italia debba andare molto fiera di avere al suo interno una situazione di forte sicurezza. È un chiaro messaggio per chi vorrebbe danneggiarla”.