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Livio Ghilardi: un laureando a Bruxelles

Da quando mi sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel 2010, per diverse ragioni ho visitato diverse volte il Belgio, e in particolare Bruxelles. Col senno di poi, credo si sia trattato di un segnale, di una ricorrenza non casuale, legata principalmente al ruolo di rilevanza ricoperto dalla capitale belga in seno all’Unione Europea. Non semplicemente una capitale europea, ma la Capitale d’Europa. Una città di cui non ci si innamora e che potrebbe avere più fascino, ma capace di offrire uno spaccato politico-culturale unico nel suo genere.

Nell’ultima delle visite in ordine cronologico, durante il viaggio di studio organizzato dal Collegio ad aprile 2014, ho avuto modo di recarmi per la prima volta alla sede della Delegazione di Confindustria presso l’Unione Europea, dove abbiamo seguito un pomeriggio di interessanti seminari su diversi aspetti legati all’attività della Delegazione a Bruxelles e sull’Unione Europea tout court. Sin dal 1958, la Delegazione bruxellese di Confindustria rappresenta gli interessi delle imprese italiane presso le istituzioni dell’Unione, nonché un vero e proprio faro per il sistema Italia nel cuore dell’Europa, a pochi passi dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo. Da alcuni anni riveste il ruolo di direttore generale Gianfranco Dell’Alba, il quale nel suo ampio bagaglio di esperienze vanta anche cinque anni di vita universitaria nell’allora Residenza “Lamaro Pozzani”.

A distanza di un anno e mezzo, lo scorso settembre mi sono trasferito nella Capitale d’Europa per svolgere un periodo di stage di cinque mesi in Delegazione, grazie alla borsa per esperienze professionali e di studio all’estero messa a disposizione degli studenti del Collegio da Sorgente Group. Un gradito ritorno – stavolta non da visitatore – ma soprattutto un’occasione preziosa. All’interno degli uffici di Avenue de la Joyeuse Entrée batte orgoglioso il cuore pulsante dell’industria italiana, rappresentata nelle sue innumerevoli sfaccettature con competenza e passione. A garantire un respiro ancor più europeo alle attività della Delegazione c’è lo stretto rapporto con BusinessEurope, la federazione europea che riunisce ben 41 associazioni nazionali di rappresentanza di 35 stati diversi, tra le quali la stessa Confindustria.

Presso la Delegazione sto conoscendo sempre più a fondo le dinamiche legislative e politiche dell’Unione Europea, affiancando in particolare il dott. Matteo Borsani e il dott. Pietro Mambriani nel loro lavoro quotidiano, che tocca principalmente i temi del mercato interno, della fiscalità, delle politiche industriali e delle piccole e medie imprese. Sono attivo nella realizzazione della rassegna stampa quotidiana della Delegazione sui temi di interesse europeo, seguo le attività nelle istituzioni europee contribuendo alla stesura di report e note di approfondimento, partecipo assiduamente all’organizzazione degli eventi di informazione e di monitoraggio che rendono Confindustria Bruxelles un riferimento concreto non solo per gli italiani attivi in città, ma anche per operatori di altri Stati membri e per l’intero sistema dello Stivale.

Grazie a questa preziosa esperienza, finalmente ho la possibilità di toccare con mano il diritto dell’Unione Europea in tutte le sue relazioni con materie simili o anche estremamente distanti, in un’ottica spesso trascurata – a torto – nei corsi di insegnamento delle facoltà italiane.

Circa l’80% del diritto italiano oggi ha origine diretta o indiretta a Bruxelles: basterebbe solo questo dato a rendere un periodo di studio/lavoro in questa città una tappa obbligata per ogni giurista, operatore socio-politico o economista che voglia avere uno sguardo aperto e curioso verso un presente politico e culturale di cui dovremmo essere più consci, soprattutto in Italia. A Bruxelles si sente sferzare forte il vento di quell’Europa nata dal sogno di politici di incredibile caratura come Robert Schuman e Altiero Spinelli. Un’idea coraggiosa, realizzatasi nel corso dei decenni con lungimiranza politica e con il desiderio di osare sapendo di poter commettere anche degli errori, guidata dalla volontà di unire i popoli, le culture, le lingue dell’Europa sotto un’unica bandiera che sapesse fare delle differenze la propria forza. Nonostante i nazionalismi e la paura stiano rendendo più debole questo sogno – e nei giorni dopo gli attacchi di novembre a Parigi seri timori hanno imperversato per le vie di Bruxelles – oggi più che mai nella capitale europea si lavora affinché l’Unione Europea possa essere una realtà forte e davvero unita. Lo si legge negli occhi di chi instancabilmente anima gli uffici e le strade di una città sempre più multilingue e multiculturale.