Il calendario d’incontri del mese di febbraio si è aperto con la conferenza del Prof. Nicola Vittorio, ordinario di Astronomia ed Astrofisica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “Tor Vergata”, nonché delegato del Rettore per la formazione dottorale.
Il titolo che il docente ha voluto dare all’incontro è stato: “Dalla costante cosmologica all’energia oscura. Cento anni di relatività generale e cosmologia relativistica”. Nel 2015, infatti, sono stati celebrati i “compleanni” di due teorie fondamentali per la nostra conoscenza dell’universo: i 100 anni dalla pubblicazione della relatività generale di Albert Einstein ed i 50 anni dalla scoperta della radiazione cosmica di fondo.
La rivoluzione della teoria della relatività generale è consistita nel considerare come “un unico sistema di ingranaggi” l’energia, la massa e la curvatura dello spazio. In questo modo, un raggio di luce che incontra un ostacolo viene curvato e si presenta non come un unico punto ma sotto diverse forme, a seconda della distorsione subita dalla luce.
Una scoperta del tutto casuale è stata, invece, quella della radiazione cosmica di fondo da parte di Arno Penzias e Robert Wilson. Nel corso degli esperimenti di dottorato, i due si sono accorti che l’antenna del laboratorio registrava una radiazione che rimaneva costante indipendentemente dalla direzione.
Questa radiazione ci permette di affermare che l’universo in origine era estremamente denso e caldo, caratteristica che giustifica l’ipotesi del Big Bang e della successiva espansione. In seguito, all’interno delle stelle, si sarebbero formati tutti gli elementi della tavola periodica, rilasciati in seguito all’esplosione degli astri.
Inoltre, il Professore ha specificato come nell’evoluzione dell’universo si possano distinguere due fasi: inizialmente un’espansione decelerata (dominata dalla forza di gravità) ed in seguito un’espansione accelerata esponenziale, dovuta alla cosiddetta “energia oscura”.L’incontro si è chiuso, a seguito del consueto dibattito con gli studenti, con la constatazione che, nonostante i tanti passi in avanti della scienza, l’interrogativo che ancora oggi muove gli studiosi riguardo l’origine dell’universo rimane essenzialmente irrisolto