La situazione emergenziale che stiamo vivendo non arresta la voglia di costruire un dibattito fertile e vivace in un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze: continuano gli incontri serali al Lamaro-Pozzani, pur se in modalità telematica, nella speranza di poter presto ripartire ancora più determinati e con alle spalle il bagaglio di consapevolezza che in questi mesi abbiamo maturato, come augurato il Cavaliere del Lavoro Linda Gilli in apertura di serata.
Ospite del webinar del 16 dicembre è stata la dott.ssa Paola Caporossi, presidente dell’Agenzia Rating Pubblico e fondatrice di Fondazione Etica, impegnata nell’innovazione delle pubbliche amministrazioni (nella direzione di trasparenza e sostenibilità) e nella prevenzione della corruzione.
Nel suo incisivo intervento, Paola Caporossi ha rilevato come etica e trasparenza non siano valori da considerare relegati entro la sfera morale, ma piuttosto quali fattori determinanti della crescita di un Paese, per cui la corruzione è un costo insostenibile.
Si coglie in questo senso il richiamo al decreto legislativo n. 33/2013 (cosiddetto “Decreto trasparenza”), che ha imposto alle pubbliche amministrazioni di rendere accessibile ai cittadini il patrimonio informativo che detengono al fine di rafforzare la trasparenza amministrativa, favorire forme diffuse di monitoraggio e dunque una più efficace azione di contrasto alle condotte illecite.
E affinché non si corra il rischio che la quantità e la complessità dei dati messi a disposizione dei cittadini ne ostacoli la fruizione, la proposta che la Caporossi lancia e in cui con la sua Fondazione si impegna, è promuovere un sistema di rating pubblico, uno strumento di valutazione di integrità e performance delle pubbliche amministrazioni in prospettiva di una loro analisi comparata. Si realizza così un sistema incentivante che premi la trasparenza in termini finanziari e di reputazione.
Perché ciò sia possibile è necessario che ad affiancare il monitoraggio dell’Ufficio per la Valutazione della Performance e a quello di Anac vi sia un monitoraggio diffuso, quello svolto dai cittadini in quanto soli a possedere una conoscenza più aderente alla realtà di un Comune, una Regione o una Asl, sia per la contiguità territoriale che per l’interazione quotidiana.
L’accesso civico è dunque un diritto che ciascuno di noi è tenuto non solo a pretendere ma innanzitutto ad esercitare, informandosi e sollecitando la trasparenza, in vista di un cambiamento a cui possiamo e dobbiamo concorrere e di cui tutti beneficeremmo.
*Allieva del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”